L’EU-US Data Privacy Framework:
Un'Analisi Dettagliata
La recente decisione di adeguatezza adottata dalla Commissione UE il 10 luglio ha scatenato dibattiti e scetticismo, poiché mira a risolvere i problemi legati ai trasferimenti dei dati verso le imprese negli USA. Questi trasferimenti avevano subito un duro colpo tre anni fa a causa della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea nota come “Schrems II” del 16 luglio 2020, che invalidò il Privacy Shield.
L’ottimismo attorno al nuovo **Data Privacy Framework** (Framework per la Privacy dei Dati UE-USA) potrebbe essere prematuro. Molti commentatori ritengono che, sebbene potrebbe non essere immediato, questo terzo tentativo potrebbe subire la stessa sorte degli altri, finendo per essere invalidato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), soprattutto considerando il ricorso già pronto da parte dell’avvocato e attivista austriaco Maximilian Schrems.
Secondo alcune interpretazioni, il Data Privacy Framework, chiamato anche “Cornice”, sembra essere più una mossa politica che un vero e proprio progresso normativo. Questa iniziativa potrebbe rientrare in un contesto più ampio di realtà geopolitiche, scaturite in parte dalla situazione in Ucraina e da squilibri precedenti, e dettate da esigenze di ristrutturazione strategica, economiche e commerciali.
Nonostante le affermazioni della Presidente della Commissione sulla sicurezza dei flussi di dati e la certezza giuridica per le imprese, sembra che il Data Privacy Framework abbia cercato principalmente di risolvere le vulnerabilità emerse nell’ordinamento legale degli Stati Uniti. Queste vulnerabilità avevano creato divisioni e conflitti nei rapporti tra le due sponde dell’Atlantico, ed erano state la causa principale dell’invalidazione del Privacy Shield.
Posizioni chiare da parte dell’EDPB e del Parlamento UE confermano questa visione critica del nuovo accordo. Il Parlamento UE, in particolare, ha manifestato la sua opposizione a un riconoscimento di adeguatezza per il Data Privacy Framework. Si è notato che i principi di protezione dei dati emessi dal Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti non erano stati sufficientemente modificati rispetto allo scudo per la privacy precedente, sollevando preoccupazioni sulla privacy dei cittadini europei.
Il gigantismo documentale del Data Privacy Framework suscita interrogativi. Con 137 pagine e numerosi allegati, il Framework sembra molto più dettagliato e complesso rispetto alle decisioni di adeguatezza precedenti. È evidente che il tentativo di risolvere le controversie legali e i problemi di sicurezza nazionale ha influito sulla complessità del documento.
Il problema principale è che il Data Privacy Framework potrebbe avere vita breve. In un mondo in costante evoluzione, le imprese dovranno pianificare con cautela considerando la possibilità che questa decisione subisca la stessa sorte delle precedenti. L’Unione Europea dovrebbe considerare un approccio più realistico e adattabile alle nuove dinamiche globali, specialmente quando si tratta di accordi internazionali sulla protezione dei dati.
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