Il popolare e performante tool viola la normativa sulla protezione dei dati, secondo il Garante per la privacy.
Si può sostituire con altri servizi analoghi
Il Garante per la protezione dei dati personali in Italia segue le orme delle autorità austriache e francesi e dichiara illecito l’uso di Google Analytics sul nostro territorio visto che le informazioni raccolte sui visitatori vengono poi trasferiti in un paese sprovvisto di un adeguato livello di protezione ovvero gli Stati Uniti. Come spiegato nel dettaglio, i gestori dei siti web che utilizzano Google Analytics sfruttano i cookies per raccogliere numerose informazioni sulle interazioni con i visitatori come indirizzo ip oppure browser, sistema operativo e alcuni componenti hardware del dispositivo utilizzato fino a data e ora dell’accesso per poi trasferire tutto il pacchetto negli Usa.
L’autorità si è particolarmente concentrata sulla raccolta degli indirizzi IP deli utenti. Google Analytics offre un’opzione chiamata IP-Anonymization, che permette di oscurare gli indirizzi IP, ma secondo il garante questo non garantisce che Google LLC non sia in grado di reindentificare l’utente, grazie alle informazioni raccolte da altre sorgenti.
L’indirizzo IP costituisce un dato personale nella misura in cui consenta di identificare un dispositivo di comunicazione elettronica, rendendo pertanto indirettamente identificabile l’interessato in qualità di utente. Tutto ciò soprattutto ove, come nel caso di specie, l’IP sia associato ad altre informazioni relative al browser utilizzato, alla data e all’ora della navigazione. IP-Anonymization (ndr) non impedisce a Google LLC di re-identificare l’utente medesimo, tenuto conto delle informazioni complessivamente detenute dalla stessa relative agli utenti del web
L’uscita di scena di Google Analytics può diventare un duro colpo per molti gestori di siti da quelli personali fino ai portali con milioni di pagine viste al mese: quali sono le migliori alternative puntare per accedere alle statistiche complete sui visitatori rispettando le normative di privacy italiane e europee? Ecco cinque proposte:
- Matomo è una delle migliori soluzioni per chi cerca un servizio di statistica completo e accurato quasi come Google Analytics, ma che non ricostruisce i dati anonimi in alcun modo. si può provare gratuitamente, poi è necessario scegliere un piano con prezzi di circa 17 euro al mese.

- Simple Analytics è un altro servizio di statistica che punta in modo fermo sul rispetto della privacy con un’interfaccia semplice e pulita per accedere ai vari dettagli per scoprire di più sui visitatori. I piani sono piuttosto economici e partono da meno di 10 euro al mese.

- Fathom Analytics è un terzo servizio di statistica votato al rispetto dei dati, infatti vengono raccolti solo le metriche più importanti. Tra gli strumenti ci sono il bypass di blocchi di pubblicità e la possibilità di creare report regolari. I prezzi partono da circa 12 euro al mese.

- Plausible Analytics costa meno di tutti gli altri (circa 5 euro al mese) ed è di tipo open-source (il codice è su GitHub), proponendosi come un’alternativa al Google Analytics più privacy-friendly. L’interfaccia è minimalista eppure offre molti approfondimenti.

- Parsely è un servizio parte del servizio vip di WordPress per fornire una analitica completa dei visitatori del sito votata soprattutto ai confronti delle performance nel tempo e sulla provenienza dei lettori. Si può usare liberamente su WordPress, mentre per usi aziendali è necessario richiedere un preventivo personalizzato.

A proposito di rispetto della privacy, il garante europeo della privacy Wojciech Wiewiórowski ha di recente sottolineato quanto sia necessario intervenire sul regolamento per la protezione dei dati al fine di renderlo più efficace e colmare i vari gap emersi negli anni.
FONTE: WIRED
Quanto tempo hanno i gestori dei siti web per mettersi in regola?
I gestori dei siti web hanno tempo fino al 7 settembre 2022 per mettersi in regola. Questa scadenza è relativa al fatto che alla fine delle indagini effettuate dal Garante della Privacy questo ha adottato il primo di una serie di provvedimenti con cui ha ammonito Caffeina Media S.r.l. che gestisce un sito web, obbligando la stessa di adattarsi al Regolamento europeo, attraverso il trasferimento ad altre alternative a Google Analytics approvate dal Garante della Privacy entro novanta giorni dalla notifica del provvedimento, datato 9 giugno 2022.
Scaduti i 90 giorni di tempo assegnati alla società destinataria del provvedimento, il Garante della Privacy inizierà, anche sulla base di specifiche attività di ispezione, a controllare la conformità al Regolamento Ue dei trasferimenti di dati effettuati dai titolari. Da qui la possibilità che possano scattare ingenti sanzioni per i gestori dei siti web.
E’ possibile adattare Google Analytics al Regolamento Ue?
Come possiamo rendere l’utilizzo di Google Analytics legale? In via generale possiamo valutare queste soluzioni:
- Settare Google Analytics 3 in modalità server-side
- Passare a Google Analytics 4 client side con signals spento
- Passare a Google Analytics 4 server-side con signals spento
- Passare ad altro software, con annessi problemi di collegamenti con tool tipo Google Ads, DataStudio e tutto l’ecosistema utilizzato finora
Google Analytics 4 a differenza del predecessore, infatti, oltre ad anonimizzare l’ip di default non lo stocca nei server Google. Da valutare la consent mode in quanto il garante non ha toccato l’argomento.


